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Il Polo Lionello

Economia di Comunione

Realizzare il sogno di una società senza più poveri attraverso un nuovo stile di agire economico.

Durante un viaggio in Brasile nel 1991 Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, si recò a San Paolo. “Avevamo visitato più volte la città di San Paolo in Brasile – raccontò lei stessa in occasione dell’inaugurazione del Polo Lionello – ma, un giorno del 1991, l’abbiamo vista in quel suo paradosso, che ci ha fortemente impressionato e scandalizzato: una selva di grattacieli, regno dei ricchi, con, attorno, “corona di spine”, un’infinità di favelas, regno dei poveri.

Una circostanza, un paradosso, attraverso il quale Dio chiamava anche noi a fare qualcosa”. Un’osservazione che dà vita ad un’ispirazione. Durante quel viaggio la Lubich matura l’idea che è necessario vivere e diffondere una nuova cultura, quella del dare e del condividere, per dare vita ad un progetto che contribuisca a sanare il divario tra ricchi e poveri.

Questa cultura del dare, posta alla base anche delle scelte imprenditoriali, può infatti generare un nuovo agire economico che porta le aziende, pur inserite nel mercato, a contribuire alla realizzazione di un mondo più giusto, più equo, più solidale. Nasce così il progetto Economia di Comunione che coinvolge oggi oltre 800 imprese di produzione e servizio inserite nel mercato nei cinque continenti, 200 delle quali in Italia.

 

L’ECONOMIA DI COMUNIONE: UTILI IN TRE PARTI

L’Economia di Comunione è un progetto che coniuga economia e comunione, efficienza e solidarietà. Le aziende che liberamente aderiscono al progetto si impegnano a suddividere l’utile in tre parti: una per l’azienda, per il suo sviluppo e sostegno; un’altra per formare “uomini nuovi” e diffondere la “cultura del dare” e della reciprocità, senza la quale non è possibile realizzare un’Economia di Comunione; una terza va a costituire un fondo speciale di solidarietà per aiutare le persone svantaggiate, sovvenendo ai bisogni di prima necessità.

 

L’ECONOMIA DI COMUNIONE SI FA CULTURA

Fin dalla sua nascita il progetto dell’Economia di Comunione ha attirato l’attenzione del mondo accademico, in Italia come in vari Paesi del mondo. Sono numerose le tesi di laurea e le pubblicazioni scientifiche, molti i corsi universitari ed i congressi dedicati all’Economia di Comunione, alle sue realizzazioni, alle sue potenzialità.  Sempre è visitato da personaggi del mondo della politica, della cultura dell’economia e della finanza quale elemento di assoluta novità nel mondo dell’agire economico. È pure costantemente visitato da gruppi di varie associazioni e gruppi del mondo accademico.

 

La Carta d’Identità dell’EdC

[Questo documento esprime la necessità di] 10 requisiti, tra i quali nel primo si evince che:
“1. L’Economia di Comunione (EdC) è un movimento che coinvolge imprenditori, imprese, associazioni, istituzioni economiche, ma anche lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, studiosi, operatori economici, poveri, cittadini, famiglie. E’ nata da Chiara Lubich nel Maggio del 1991 a San Paolo in Brasile. Il suo scopo è contribuire, alla luce del Carisma dell’Unità, a dar vita ad imprese fraterne che sentono come propria missione sradicare la miseria e l’ingiustizia sociale, per contribuire ad edificare un sistema economico e una società umana di comunione dove, ad imitazione della prima comunità cristiana di Gerusalemme, “non vi era alcun indigente tra di essi” (At 4,32-34).

Il punto 7 delinea chiaramente i requisiti, che sono:

  • un serio impegno da parte dell’imprenditore/i ad iniziare un cammino di comunione con tutto il movimento EdC locale ed internazionale, non solo come singola persona ma, in caso di imprenditori, anche come espressione della comunità aziendale;
  • la condivisione degli scopi del progetto e delle finalità del carisma dell’Unità di cui l’EdC è espressione;
  • l’apertura a destinare gli utili aziendali, quando sono presenti, secondo i tre scopi del progetto, che sono:
    • aiuto concreto agli indigenti,
    • la formazione di “uomini nuovi”,
    • lo sviluppo dell’impresa stessa;
  • ispirare la propria governance aziendale alla fraternità, secondo il documento “linee per condurre un’impresa EdC”;
  • intendere e vivere il rapporto con le persone in situazione di indigenza su un piano di sostanziale dignità, rispetto, uguaglianza, reciprocità e di comunione;
  • concepire la propria azienda e/o azione come un luogo e uno strumento per ridurre l’indigenza, la miseria e l’ingiustizia, sia nel proprio contesto locale sia a livello globale.

 

Le linee per condurre un’impresa di EdC

Le linee per condurre un’impresa di Economia di Comunione scritte alla luce della vita e della riflessione di migliaia di imprenditori e lavoratori, seguono lo schema dei cosiddetti sette colori. Il riferimento ai colori dell’arcobaleno è una delle intuizioni carismatiche fondative del modo di concepire e praticare la vita associata nell’ambito del carisma dell’Unità, di cui l’EdC è espressione, e può anche essere applicata alla realtà aziendale:

  1. Rosso: Imprenditori, lavoratori ed impresa;
  2. Arancio: Il rapporto con i clienti, i fornitori, i finanziatori, la società civile e i soggetti esterni;
  3. Giallo: Spiritualità ed Etica;
  4. Verde: Qualità della vita, felicità e relazioni;
  5. Azzurro: Armonia nell’ambiente di lavoro;
  6. Indaco: Formazione, istruzione, sapienza;
  7. Violetto: Comunicazione.

Entrambi i documenti sono parte integrante di tutti i contratti di affitto degli spazi del Polo Lionello Bonfanti che gli imprenditori delle aziende firmano per entrare al suo interno.

Per approfondimenti si rimanda ai siti:

http://www.edicspa.it/le-linee-per-condurre-unimpresa-di-economia-di-comunione/

Sito internazionale del progetto Economia di Comunione: