Le levatrici d’Egitto

La lettura del libro dell’Esodo è un grande esercizio spirituale ed etico per chi vuole prendere coscienza dei «faraoni» che opprimono, alimentare il desiderio della libertà, udire il grido di oppressione dei poveri e imitare le coraggiose levatrici d’Egitto, le amanti dei bambini di tutti. Infatti il libro dell’Esodo si apre sotto il segno delle donne che salvano la vita.

La madre di Mosè disobbedisce all’ordine di gettare il figlio nel Nilo e costruisce un cesto di papiro, ve lo pone dentro e lo affida alle acque del fiume. Un’altra donna, la figlia del faraone, trova il cesto che galleggia sull’acqua e quando vede che contiene un bambino ne ha compassione. Non a caso il popolo ebraico ha posto all’origine della sua grande storia di liberazione le figure di due levatrici d’Egitto, Sifra e Pua. Di loro sappiamo ben poco, ma di certo furono le prime obiettrici di coscienza: «Le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d’Egitto e lasciarono vivere i bambini».

Lo sguardo singolare dell’economista Luigino Bruni mostra come le vicende della Bibbia abbiano molto da dire al nostro presente.

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