Economie di pace
Economia di pace. I passi necessari,
con Lucia Capuzzi (Avvenire), Raul Caruso (Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore Peace Economics, Peace Science and Public Policy) Stefano Comazzi, (presidente AMU) e Carlo Cefaloni (Città Nuova).
Dalla violenza a un nuovo paradigma di cura e redistribuzione.
Nella ricerca di significato e coerenza, le narrazioni umane, inizialmente descrittive, spesso assumono un tono prescrittivo, delineando non solo come sono le cose, ma anche come dovrebbero essere. In questo processo, ci troviamo di fronte a dilemmi intrinseci alla nostra storia e alla lotta costante per la sopravvivenza. La violenza e la guerra sono forse manifestazioni innate della natura umana? Il professore Raúl Caruso nella sua opera “Economia della Pace”[1], suggerisce che la risposta a questa domanda è complessa e sfaccettata.
In questo contesto, emergono concetti chiave come gli altri “capitali“: capitale umano, capitale intellettuale, capitale sociale, capitale culturale e capitale naturale. Questi rappresentano asset fondamentali che, sebbene spesso trascurati nelle nostre priorità, sono essenziali per costruire una società resiliente e sostenibile.
Papa Francesco, nel messaggio rivolto ai giovani economisti, imprenditori e changemakers di The Economy of Francesco (EoF) nell’ottobre 2023, ha denunciato: “Le armi prodotte e vendute per le guerre, i profitti fatti sulla pelle dei più vulnerabili e indifesi, come chi lascia la propria terra in cerca di un migliore avvenire, lo sfruttamento delle risorse e dei popoli che rubano terre e salute: tutto questo non è economia, non è un polo buono della realtà da mantenere. È solo prepotenza, violenza, è solo un assetto predatorio da cui liberare l’umanità”.
D’altra parte, Georg Simmel, nel 1900, nella sua opera “Filosofia del Denaro”, ha sottolineato l’importanza della fiducia reciproca nella società, sostenendo che, senza di essa, la società stessa si disgregherebbe. Questa fiducia è essenziale per il funzionamento di qualsiasi sistema economico e sociale[2]. Sappiamo che cambiare un paradigma radicato è un compito arduo, Vittorio Pelligra[3] indica che “è di difficile comprensione e spiegazione per chi voglia rimanere nell’ambito del modello standard di comportamento economico”
In conclusione, ci troviamo in un punto critico di svolta, dove la necessità di cambiare il nostro approccio e adottare un nuovo paradigma di osservazione, cura e redistribuzione della ricchezza e delle risorse è imperativo. Superare la violenza, l’ingiustizia e lo sfruttamento richiede uno sforzo collettivo e una trasformazione profonda in come comprendiamo e pratichiamo l’economia e la convivenza umana sul pianeta.
Come momento di ispirazione e approfondimento su questi temi cruciali, vi invitiamo a partecipare all’evento d’apertura della tanto attesa Convention EdC 2024: un imperdibile dialogo intitolato “Economie di Pace“. Saranno con noi Lucia Capuzzi, redattrice del giornale Avvenire, Raúl Caruso, professore di Economia Internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Stefano Comazzi, presidente dell’Azione Mondo Unito. A guidare la discussione, Carlo Cefaloni, redattore di Città Nuova e coordinatore di Economia Disarmata.
[1] R. Caruso Economia della pace, Bologna, Il Mulino, 2017
[2] V. Pelligra, parola Fiducia nel Dizionario di economia civile, Roma, Citta Nuova, 2009.
[3] Ibíd.