EoF e EdC: Dio opera sempre
Una riflessione sui luoghi e sulla sussidiarietà
Redazione
Dio opera sempre. Questo il bellissimo motto che Chiara Lubich propose per la nascita del Polo EdC Lionello Bonfanti. Pochi elementi impressi nella pietra, racchiudono tutto quanto occorre sapere e ricordare ogni giorno per chi lavora al Polo: moltiplicando i nostri pochi pani e pesci che abbiamo donato e mettendoli in comunione Dio opera sempre. Questa è l’immagine che chi entra al Polo ogni giorno per lavorare scorge fra gli uffici, i pacchi, i capannoni e le tute da lavoro. E fra le tante aziende e realtà, il Polo accoglie anche gli uffici di Economy of Francesco.
Qual è il rapporto tra EoF e il Polo? Se la “casa di EoF” è il mondo intero perché i giovani sono ovunque e la “patria ideale” è Assisi perché Francesco è il modello a cui guardare, il Polo rappresenta la base operativa e, insieme ad Assisi, un luogo dello spirito – cioè delle ispirazioni, dell’ascolto, dell’incontro – per chi è stato chiamato a dare concretezza e ad assicurare sussidiarietà a questa vivace e giovane comunità di economisti e imprenditori impegnati in un processo di riflessione, impegno e azione attorno alle sfide di oggi, necessarie per una economia giusta, fraterna, sostenibile. EoF rappresenta anche una occasione di riflessione sul legame dell’EdC con altri carismi – quello francescano, in particolare. “Chiara intuii le sue cittadelle, e quindi i Poli dell’EdC, guardando una abbazia benedettina, quella svizzera di Einsiedeln” – ha ricordato recentemente Luigino Bruni nel suo libro “101 domande su Chiara Lubich” (Vitrend). “Il Monachesimo ha incarnato la comunione dei beni e la povertà, ma non è stato semplice salvaguardare la povertà dei monasteri insieme alla povertà dei singoli monaci e monache. Il movimento di Francesco di Assisi è quello che più ha cercato di vivere sine glossa il vangelo anche nella sfera economica. L’EdC è una continuazione dell’etica economica delle abbazie, e, soprattutto, della profezia di Francesco. Chiara (Silvia), terziaria francescana, prese molto sul serio Francesco e la sua altissima povertà. […] Senza l’altissima povertà di Francesco non avremmo l’altissima comunione di Chiara. […] Personalmente credo che la comunità dell’EdC deve guardare all’Economy of Francesco come una continuazione della profezia dell’EdC, sebbene sia qualcosa di molto diverso e che riguarda tutta la Chiesa (e oltre). Ma lo spirito che le anima è lo stesso – vangelo, comunione, Francesco -, e lo sviluppo dell’EdC sarà anche legato alla sua capacità di servire, senza voler controllare, anche l’EoF”.
Un’ultima nota, tornando ai cinque pani e due pesci, leggendo un altro testo di Luigino Bruni, “Il Vangelo secondo Marco. Una rilettura” (Paoline). Il vangelo di Marco racconta: «Gli si avvicinarono i suoi discepoli dicendo: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla”. Ma egli rispose loro: “Voi stessi date loro da mangiare”. Gli dissero: “Dobbiamo andare a comprare duecento denari di pane?”. Ma egli disse loro: “Quanti pani avete? Andate a vedere”. Si informarono e dissero: “Cinque pani e due pesci”» (Mc 6,35 ss). I discepoli si rivolgono a Gesù per risolvere il problema, ma lui risponde con una sintesi perfetta della sussidiarietà: date voi stessi loro da mangiare. La prima soluzione che ai discepoli viene in mente è il mercato (i denari), ma Gesù li invita a “guardare bene” prima tra di loro: quanti pani avete? Ecco arrivare i cinque pani e i due pesci, che, nella versione di Giovanni, sono offerti da un ragazzo, un “ultimo”, in linea con la sussidiarietà della Bibbia che per risolvere un problema parte in genere dagli ultimi (Davide, Giacobbe, Maria…).
L’EoF ha imparato dall’EdC che la sussidiarietà contiene una vera e propria grammatica con alcune regole principali. La prima: chi è dentro un problema, o chi gli è più vicino, ha il diritto-dovere alla prima mossa perché ha una conoscenza – un accesso alla realtà – diversa e in un certo senso superiore di quella di chi è “fuori” dal problema o comunque più distante. La realtà ha una sua forza di verità, espressa da una frase molto amata da papa Francesco: «La realtà è superiore all’idea» (Evangelii gaudium, 233), cioè all’idea che si fa della realtà chi è lontano da essa. E proprio alla superiorità della realtà all’idea, Papa Francesco ha dedicato una nota importante, in conclusione del discorso di Assisi ai giovani di EoF (settembre 2022) lasciando loro tre indicazioni di percorso per andare avanti. La terza di esse è: incarnazione. “Nei momenti cruciali della storia, chi ha saputo lasciare una buona impronta lo ha fatto perché ha tradotto gli ideali, i desideri, i valori in opere concrete. Cioè, li ha incarnati. Oltre a scrivere e fare congressi, questi uomini e donne hanno dato vita a scuole e università, a banche, a sindacati, a cooperative, a istituzioni. Il mondo dell’economia lo cambierete se insieme al cuore e alla testa userete anche le mani. […] Le idee sono necessarie, ci attraggono molto soprattutto da giovani, ma possono trasformarsi in trappole se non diventano “carne”, cioè concretezza, impegno quotidiano: i tre linguaggi. […] Le idee sono necessarie, ma devono diventare “carne”. […] Cari giovani, la realtà è sempre superiore all’idea: state attenti a questo”!