Leonardo Brancaccio, dalla SEC ad Aldo Moro, quando il lavoro è molto più di un lavoro.
Leonardo Brancaccio, dalla SEC ad Aldo Moro, quando il lavoro è molto più di un lavoro.
Leonardo Brancaccio, segretario generale della Scuola di Economia Civile, che ha sede qui presso il Polo Lionello è un promotore dell’economia civile non solo tra gli uffici della SEC, ma spesso lo troviamo anche in prima linea qui al Polo, a spiegare con passione ai gruppi di ragazzi l’importanza della condivisione di un’economia che guarda all’uomo, al lavoro e all’ambiente. Perché un economia “nuova” è possibile, una società equa e solidale può esistere, dipende tutto da noi stessi e dalle nostre scelte, noi siamo gli scrittori del nostro futuro.
“Aldo Moro. Il politico, il professore, il filosofo del diritto” è il titolo del suo nuovo libro.
Noi lo abbaiamo intervistato.
- Da piccolo, quali erano i tuoi sogni e le tue aspettative, avresti mai pensato di arrivare dove sei ora? E che consigli daresti ora da adulto al piccolo Leonardo di un tempo?
Da piccolo sognavo -come tanti bambini- di diventare un’astronauta, per navigare nello spazio alla scoperta di pianeti, stelle … e per poter guardare, dall’alto, il pianeta Terra. No, non pensavo assolutamente di svolgere le attività odierne sulle colline toscane: la vita è un tour, le cui tappe sono sconosciute e si scoprono cammin facendo, scelta dopo scelta … Oggi il “piccolo Leonardo di un tempo” è cresciuto, è sposato con Lucia, è padre di due bellissimi bambini (Chiara e Marco); a loro suggerisco quanto mi hanno insegnato i miei genitori, i miei nonni, i Maestri, gli Educatori … che ho incontrato in questo bellissimo tour: 1) la vita è un Dono e non bisogna sciuparla; 2) svolgiamo ogni attività con spirito di Servizio; 3) costruiamo sempre la Pace (e non la guerra).
- La SEC per te è più di un lavoro? Possiamo considerarlo uno stile di vita?
La SEC è una Scuola che ha l’obiettivo di diffondere il paradigma (nel linguaggio filosofico, è il termine usato da Platone per designare le realtà ideali concepite come eterni modelli delle contingenti realtà sensibili) dell’Economia Civile: un’economia che mette al primo posto la persona, il bene comune, la cooperazione, le relazioni con gli altri …
Per me, lavorare alla SEC significa giocare in una squadra con tante persone desiderose di offrire il proprio contributo per raggiungere questi obiettivi: il bene comune; un mondo più equo e solidale; la pace civile.
- Cosa ti ha fatto avvicinare all’economia civile? Quando hai capito che quella era la tua strada?
Ad agosto 2013 ho appreso che la SEC -costituita alcuni mesi prima- aveva attivato una selezione per individuare la figura del “segretario generale”: partecipo (insieme ad altre persone) ai colloqui selettivi e, a fine settembre, la presidente della SEC mi comunica che il colloquio è andato a buon fine. Si è dischiuso dinanzi a me un mondo nuovo (l’Economia Civile) che, alla sua base, ha tante virtù e tanti valori, gli stessi che, sin da piccolo, mi sono stati insegnati: qui ho compreso di aver intrapreso una buona strada, una strada “civile”.
- Oltre allo studio che è fondamentale, come è possibile avvicinarsi all’EC nella vita di tutti giorni? Come possiamo contribuire nel nostro piccolo?
La lettura e lo studio sono importantissimi per poter conoscere e per poter formarsi ai temi dell’Economia civile.
Nel nostro piccolo, bastano piccole azioni; per esempio:
1) consumo critico (c.d. voto col portafoglio): prima di acquistare un prodotto (acqua, scarpe, ecc.), chiediamoci: qual è l’azienda che produce il prodotto ? Questa azienda è civile (ovvero si ispira al paradigma dell’Economia civile e, quindi, promuove il rispetto della persona, la sostenibilità ambientale, sociale e del territorio) oppure è incivile? Dopo aver risposto a queste due domande, premiamo l’azienda civile (acquistando il suo prodotto) o, viceversa, “puniamo” l’azienda incivile (non acquistando il suo prodotto). Le aziende sono molto attente ai messaggi che inviano i consumatori …
2) Agire per il bene comune e per un mondo più equo e solidale: ogni giorno, nello svolgere la nostra attività (studio, lavoro, hobby, ecc.) possiamo comportarci come cittadini che vivono i valori e le virtù (rispetto di ogni persona; fiducia; collaborazione; solidarietà; pace) oppure no (denigrazione di ogni persona; sfiducia; rivalità; indifferenza; guerra).
La prima scelta è quella che rende davvero Felici.
- Di recente hai pubblicato il tuo primo libro su Aldo Moro. Cosa ti ha spinto a trattare questo argomento? E cosa rappresenta per te la figura di Aldo Moro?
Nel 2018 leggo quanto scrive Maria Fida Moro (primogenita dello statista pugliese) nella prefazione al libro Aldo Moro: la verità negata di G. Grassi: “Da tanto tempo ho smesso di leggere i libri su papà (perché sembrano interessati solo alla sua morte)”. Maria Fida, insieme a suo figlio Luca (nipote dello statista), girano l’Italia per parlare – come afferma proprio Maria Fida – del “pensiero spirituale di Aldo Moro.
Infatti, gran parte della bibliografia tratta della morte, del caso Moro e, spesso, inneggia agli autori dell’omicidio; meno consistente è, invece, la bibliografia che intende presentare il Pensiero o tramandare la bellezza di una figura straordinaria che ha illuminato il nostro tempo. La frase di Maria Fida Moro mi ha commosso ed ha fatto sorgere in me il desiderio di studiare ed approfondire la biografia e l’attività istituzionale e politica di Aldo Moro. Mentre studio mi im batto nell’affermazione del prof. Giuseppe Lammadalena: “… il “vero” Aldo Moro è nei suoi scritti […]. Non si può capire appieno il pensiero di Aldo Moro, ignorando gli studi di filosofia del diritto…”.
Questo è l’obiettivo che mi sono posto sia nella fase di studio e di ricerca che nella pubblicazione del libro “Aldo Moro. Il politico, il professore, il filosofo del diritto” (Ecra, 2022): mettere in luce l’esperienza istituzionale e politica dello statista Aldo Moro che trova l’ispirazione vera nel suo pensiero filosofico-giuridico, o meglio, nel suo “pensiero spirituale”.
Aldo Moro, in questi ultimi anni, è stato mio maestro e compagno di viaggio. Mi ha insegnato tante cose; tra le tante, voglio ricordarne tre: la virtù della mitezza; la virtù dell’umiltà; la virtù della Sapienza.
- Come è la vita all’interno del Polo Lionello, che sensazioni ed emozioni ti suscita questo posto?
Il Polo Lionello Bonfanti – ove ha sede anche la SEC – è il primo polo europeo delle aziende italiane che aderiscono al progetto rivoluzionario dell’Economia di Comunione e per molti altri soggetti, che pur non aderendo nello specifico, sono accomunati da una visione del mondo e dell’economia orientata all’inclusione e allo sviluppo integrale della persona, della società e del creato.
Chi lavora al Polo Lionello vive e respira questi valori: anche per questo, quando arrivo la mattina al Polo, sono Felice!